Il lettore si ritrova a leggere un romanzo d’azione ambientato in un convento alle pendici del Monte Bianco, dove ignare suore “ospitano” un laboratorio per la contraffazione di armi e la produzione di droga. L’autore, con uno stile semplice, colloquiale e privo di fronzoli, è il Narratore di questa storia che comincia in medias res: il punto di forza di questo testo, quindi, sta nella necessità, da parte del lettore, di affidarsi e lasciarsi guidare dal percorso creato per lui dall’autore che, pagina dopo pagina, lo conduce alla soluzione del caso che viene presentato nel “prologo”, senza svelare mai troppo. Il lettore apprezza la profonda caratterizzazione che l’autore è riuscito a imprimere ai suoi personaggi, nonostante la brevità del testo: gli ha donato gesti, modi di esprimersi e di agire e particolarità` che rispecchiano il background che man mano viene svelato, e ha saputo mantenerli, creando caratteristiche e abitudini che il lettore interiorizza come se realmente conoscesse i personaggi raccontati. Inoltre apprezza la sua capacità di creare una trama intricata in grado di tenere alti la tensione intorno allo svolgersi degli eventi, svelando e lasciando in ombra i particolari con astuzia, e l’interesse del lettore che procede la lettura del testo, fino alla fine, con crescente curiosità. La lettura del testo è molto piacevole e fluida, il potenziale pubblico è composto da giovani adulti e adulti che prediligono il genere, cercano storie originali e apprezzano le eroine “atipiche” come suor Luciana. Il testo risulta, quindi, una lettura piacevole che incuriosisce, intrattiene e ci regala una bellissima pausa dalla nostra quotidianità.